Oggi vorrei parlarvi di un piccola abitudine ecologica che la mia famiglia ha ormai da più di un anno: a casa nostra beviamo l’acqua del rubinetto. Un piccolo gesto per noi, che ci guadagniamo soprattutto in comodità (non dobbiamo più trasportare litri e litri di acqua dal supermercato a casa), ma anche economico, se si considera che un litro di acqua in bottiglia costa circa quanto 1000 litri di acqua del rubinetto. Bene! Questo “piccolo gesto” negli ultimi tempi ha acquisito ancora più valore, basta dare un’occhiata al web, per notare come l’argomento “acque minerali o acqua del rubinetto?” abbia suscitato un enorme interesse! Ma anche alla televisione e alla carta stampata. Sembra che i media e le associazioni finalmente vogliano smuovere l’opinione pubblica, cioè noi, semplici, ma “potenti” consumatori, fin’ora addormentati, intorpiditi, martellati dalle continue pubblicità delle “acque miracolose”: le leggere, le digestive, le depurative, caratteristiche comuni a tutta l’acqua, con poche eccezioni (ad esempio quelle per i neonati), pubblicità che hanno creato un bisogno indotto negli italiani. “Noi italiani siamo i più grandi consumatori di acqua in bottiglia – si legge sul sito di Altraeconomia -. Mezzo litro a testa, ogni giorno. È un bisogno indotto dalla pubblicità: le aziende investono 379 milioni di euro in spot tv, giornali e radio. Lanciamo una proposta: regolamentiamo la pubblicità dell’acqua in bottiglia. Fa concorrenza a quella distribuita dagli acquedotti, che è buona, controllata, comoda (arriva in casa) e poco costosa“.
Per maggiori informazioni sono partite due grandi campagne a favore di questo bene prezioso e di tutti: “Acqua di casa mia” della Coop e "Bevi l'acqua di casa" di Altroconsumo.
Muoviamoci, facciamo qualcosa per noi, ma soprattutto per garantire un futuro migliore ai nostri figli. Sapete cosa comporta il trasporto d’acqua per centinaia di chilometri? Inquinamento inutile. Senza contare che poi viene lasciata per ore in piazzali sotto al sole, sballottata su camion per arrivare sugli scaffali dei supermercati (in chissà quanto tempo), perdendo così in gran parte le qualità “miracolose” tanto declamate dalla pubblicità!!! Anzi non solo perde la qualità organolettica, ma, secondo “un recente studio di Martin Wagner e Jorg Oehlmann della Goethe University di Francoforte – pubblicato sulla rivista Environmental Science and Pollution Research – svela che la maggior parte dell’acqua contenuta nelle bottiglie di plastica è contaminata da ormoni estrogeni, esponendo chi la beve a una fonte importante di xeno-ormoni (ovvero ormoni che non appartengono in natura al nostro corpo).”
In conclusione
L’acqua di rubinetto è sana e non comporta rischi per la salute: è molto più controllata e sicura di quella che viene imbottigliata. In più, ci arriva direttamente in casa, senza dover salire piani di scale con bottiglie pesanti e ingombranti e, soprattutto, senza produrre tonnellate e tonnellate di rifiuti da smaltire.
Non sempre però l’acqua del rubinetto è anche estremamente buona, per esempio è il caso di Firenze, la città in cui vivo. Nonostante il Comune abbia sostituito in parte il cloro con altre sostanze meno saporite, il gusto non è dei migliori e poi può essere più o meno calcarea. In questi casi possiamo ricorrere a “depuratori” da posizionare sopra o sotto il lavello, oppure, come noi, comprare le apposite caraffe con filtri a carbone, cambiandoli circa una volta al mese, o ancora più semplicemente facendo evaporare il cloro e altre sostanze, lasciando “decantare” l’acqua in un una caraffa per qualche minuto prima di berla. Se si mette in frigo, perde qualsiasi retrogusto.
Comoda, pratica, veloce, ecosostenibile… è l’acqua del rubinetto.
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